E’ il momento in cui
diventiamo centauri, in cui la moto diventa un estensione del nostro corpo e
percepiamo l’asfalto come se lo toccassimo con mano.
Qui si distinguono i veri motociclisti,
quelli che sanno ascoltare quello che la moto vuole dirgli mentre “lavora”
è proprio questa la
cosa più gratificante e significativa tra quelle che ho provato la prima volta
che ho percorso il TRAMONTO tutto con il ginocchio per terra...
Sentivo la moto (e
non era mai successo) come un'estensione del mio corpo, quando perdeva aderenza
lo sapevo già due secondi prima, ogni reazione diventava improvvisamente
prevedibile, di conseguenza più facile anche trovare il limite...
...il limite,
quello che sento io ora è compreso tra il momento in cui il ginocchio tocca
terra e quello in cui arriva anche la pedana... certo ora mi direte che si può
andare oltre, beh magari la prossima volta, per gradi.
Scusate se divento
romantico, ma questa cosa mi ha talmente cambiato il modo di guidare che non riesco
a non emozionarmi.
Stasera inforco il
mezzo, qualunque ora sia, e vado a fare i conti con due o tre curvette di mia
conoscenza in Val di Susa.
E poi a casa perchè
anche la moglie ha bisogno... motociclisti sì, ma la topa è sempre la topa!
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Attenzione, lo vediamo subito se non siete motocilisti, scrivete solo se lo
siete.
Noi non parliamo con chi non è motocilista.