In questa rubrica
pubblichiamo il più bel contributo che ci arriva.
Lo Stile Della Settimana: "NMTT – Non è mai troppo
tardi
Patrizio
Ultimo
arrivato, ultracinquantenne (diciamo del '46) , novizio autodidatta,
entusiasta e totale incosciente.
Chi del resto con un po' di sale in zucca si metterebbe a discutere per la
prima volta con una mandria di cavalli sproporzionata all'eta e alla
competenza, avendo come arma due ruote sole?
Il mezzo utilizzato non e recentissimo, anzi e alquanto datato essendo
figlio di desideri (e ricordi) di gioventu.
Quindi a complicare la vita del nostro, ci si mettono anche un motore un
po' scorbutico, freni alla "viva il parroco", gomme strette, forcella
ed
ammortizzatori rigidi, nessun "click" e impianto elettrico dotato di
autonomia decisionale (es. oggi il tempo e bello, ma e umido: non mi va di
"scintillare" e poi, comunque, siccome stasera ritorni presto a che
ti
serve il faro?)
Lo stile ?
Non uno preciso, ma una miscela in continuo rimescolamento: un po' di
curve con ginocchio fuori, altre tirando giu il manubrio, altre caricando
la pedana interna, altre (le rampe di raccordo) avanzando un bel po' dal
lato interno.
Le Pieghe ?
Ma quali pieghe; al massimo UNA pieghetta ogni tanto, da ricordare una per
una.
Come quella volta che per benevolenza di attenti santi protettori, infilo
una S (cittadina) ben inclinato a destra e poi a sinistra, col ginocchio
al posto giusto (aderente al serbatoio e ben avanzato dal lato interno)
con la marcia giusta, col bicilindrico bene in tiro, sfilando in uscita,
con atteggiamento falsamente disinvolto, davanti ad un gruppone di
ultrasportive ultimo strillo schierate e pronte alla partenza per l'uscita
domenicale (ferme cioe!).
E' pronto a tutto per le pieghe pero (anche a passare la carta abrasiva
sulla spalla della gomma posteriore, per dargli un "senso" di
"consumato").
Le cadute?
Tace vergognosamente di quando e caduto con la moto mentre la metteva sul
cavalletto in una via in discesa; racconta a denti stetti e solo se messo
all'angolo, di quando e caduto a causa un laccio delle scarpe impigliato
nel comando della frizione idraulica mentre, in fila nel traffico, si stava
fermando.
Parla volentieri esibendo, alla stregua di ferite di guerra, i segni della
CADUTA per una frenata da panico (a posteriori ingiustificato; ma
altrimenti che "panico" sarebbe stato?), dilungandosi in particolari
su
quanto era veloce quando e caduto, su quanto era duro l'asfalto, su quanto
era vicino il guard-rail, su quanto e stata benovola con lui la sorte
ecc.ecc..
Il divertimento?
Tanto e sempre, anche con cravatta e biancheria intima indecorosamente
inzuppate da una pioggia, annunciata dal meteo, ma sdegnosamente snobbata
(perche il nostro in moto ci va anche quotidianamente in ufficio).
Divertendosi sempre come un matto, come quella volta che in uscita da una
pieghetta, marcia giusta e motore in tiro, il bicilindrico propose alla
moto un'accenno di derapata, proposta timorosamente accettata dal polso
destro, di solito velocissimo in chiusura!.
E che dire poi di quella volta che ad un semaforo, per aver fatto una
partenza "sprintosa", scateno le ire di un terribile Monster fino al
punto
da costringerlo, dopo un centinaio di metri, a passare in impennata il
vecchio cancello del nostro? (che bel casino di bicilindrici, pero!)
E quella volta che "aprendo" per bene in una via stretta, fece
partire di
fila tutti gli antifurto delle macchine li parcheggiate?
Gli e bastato pochissimo per avere la moto nella testa e nel cuore e anche
quando va in macchina e sempre in moto: le cerca con lo sguardo per
vederle arrivare e si sposta abbassando il finestrino per sentire il rombo
del loro motore; anche in macchina cerca di sentire l'appoggio delle gomme
in curva e le sospensioni lavorare; prima o poi cerchera di risalire una
fila, con la macchina e incastrera la sua Ford tra due altre macchine!.
Vita di gruppo?
E' duro da trovare un gruppo adatto; servirebbe gente paziente, votata al
"buon samaritanesimo", nessuno che si metta a ridergli appresso,
gente che
lo comprenda senza compatirlo, altro che "chirurgici",
"disinvolti" ecc? ;
magari un gruppo di "ciclisti" ? chissa!
Desideri?
Tanti.
Bicilindrici, gomma da almeno 160, due in uno, semimanubri, chiodo un po'
kitch, strade aperte, buon asfalto, niente pioggia, niente scooter, niente
Smart, ne automobiliste in carriera pronte a cancellarti dalla faccia della
terra se, pelo pelo, provi a passarle con un po' di disinvoltura.
E poi, un piccolo ed attrezzato box in cui "vezzeggiare e curare"
l'amata.
E poi, scollinare dolcemente verso il mare, su una strada aperta di buon
asfalto e con tante dolcissime curve.
Domanda esistenziale del nostro: Perche vado in moto?
Risposte esistenziali del nostro:
Perche la moto e una sfida continua ed io cosi la vivo.
Perche e difficile e pericolosa, perche quasi tutti ne hanno paura; anch'io
ne ho paura, ma non ho nessuna voglia di sottrarmici, anzi!
Perche la moto e agile e dinamica, perche domina lo spazio con disinvoltura
potenza ed arroganza.
Perche la moto sulla strada ti da una dimensione unicamente tua, che gli
altri non hanno ne la capacita ne la possibilita di condividere.
Perche essere motociclista mi fa sentire di appartenere ad una razza
speciale.
Perche la moto mi rende diverso dagli altri, perche mi aiuta ad uscire da
una mediocrita di omologazione in cui affoga la mia routine quotidiana.
Perche la moto e capace di cancellare d'incanto i miei anni e quando
insieme allunghiamo il passo, non mi frega piu niente ne di quanti sono ne
di quanti saranno.
Risposta finale: Perche la moto mi fa vivere
Patrizio
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Attenzione, lo vediamo subito se non siete motocilisti, scrivete solo se lo
siete.
Noi non parliamo con chi non è motocilista.