Lo sapete, gli stili della
piega sono molti.
Ad esempio c'è il fluido chirurgico,
oppure il nervosetto oscillante.
Proviamo a definire quali sono gli stili piu diffusi secondo voi.
Noi iniziamo la lista con i due estremi, poi voi ci scrivete e aggiungeremo gli
stili che ci sono piaciuti.
Lo stile della settimana: Patrizio
1.
Il fluido chirurgico:
quello che non frena mai
Il fluido arriva sulla curva sempre alla velocità giusta, senza quasi usare
i freni, sempre con quei 5kmh in meno che lasciano la ciclistica della moto
rilassata, e anche le sue braccia, così non trasmette strane reazioni al
manubrio.
Scende in piega morbido, trasferendo i pesi dolcemente, arriva sul punto di
corda sempre due metri dopo la mezzaria della curva, così vede l'uscita e può
scaricare con tutta la naturalezza la coppia del suo motore.
La sua azione è perfetta ed armonica, straordinariamente efficace, e spesso lo
si vede infilare moto ben più sportive con "cancelli" d'altri tempi,
laciando dietro di se una scia di scintille mentre le sue pedivelle si
consumano sulle valli degli appennini.
2.
Il nervosetto oscillante
"culo da tutte le parti": quello che si muove sulla sella come un
ossesso credendo di essere capace
Il nervosetto è quello che sta sempre a muoversi sulla moto, buttando il
cul di quà e di là fuori tempo, che sembra abbia il ballo di san vito.
Tuta, saponette (intonse ovviamente) è tipicamente alla guida di una 600 jap
multicolore; la sua tecnica è patetica: grandi aperture sui brevi rettilinei,
frenate brusche e fuori tempo (mediamente entra in curva a 20kmh in meno del
"fluido"), culo e ginocchio fuori (e moto dritta), entra in piega (si
fa per dire) con la moto scomposta, prende subito la corda spesso a freni
ancora pizzicati, poi incomincia il balletto degli apri e chiudi di manetta
perchè non ha capito la traiettoria, ma non vuole farsi passare dal signore col
BMW GS 80 che, ormai innervosito dallo stargli dietro, sta meditando di
fermarsi per la disperazione a bordo strada per lasciarlo andare via. La sua
moto non lo sopporta più, i suoi pneumatici non si vogliono scaldare e gli
altri gli stanno alla larga.
3. L'apprendista stregone
E' vicino
ai 30 anni, ha comprato la sua prima moto da poco, è un po' imbranato e
sotto la pioggia va perfino più piano delle biciclette, ma vuole imparare a
tutti i costi, così, si aggrega al gruppo di amici che lo sopportano perchè in
fondo è simpatico e, seguendoli, cerca di imparare qualcosa..... Finisce di frenare
circa 5-10 metri dopo tutti gli altri, entra in curva circa 30 Km/ora più lento
di quanto è possibile e sui tornanti in salita poco ci manca che caschi
all'interno (su quelli in discesa invece se la fa adosso tutte le volte), in
accelerazione recupera qualcosa ma, siccome non vuole fare il "nervosetto
oscillante" alla fine perde terreno così ogni tanto gli amici davanti
rallentano l'andatura per aspettarlo e, quando lui li raggiunge, si riprende la
lezione... Quando si arriva in fondo è il più stanco, ma è molto
soddisfatto, anche oggi ha imparato qualcosa e chissà che un giorno non riesca
ed evolversi fino a qualcosa di almeno *vicino* allo stile "fluido
chirurgico"
PS : sia chiaro.... non ho inventato nulla, ho solo descritto il *mio* stile
Lorenzo
4. Lo Stradale - Marco
Lo si
intuisce dalle traiettorie. Ha passato tutta la vita su strada ed ha visto più
incidenti di un recupero ACI, possiede dunque una guida che predilige la
parte destra della corsia, gradisce o addirittura adora le curve sinistrorse,
mentre nasconde con malcelata indifferenza una idiosincrasia per le destrorse,
che essendo per loro natura su strada sempre piuttosto cieche, gli creano un
lieve imbarazzo. L'intuizione è il suo punto di forza e conduce la linea
secondo la prospettiva visiva, non finalizza quindi quasi mai la propria
traiettoria in funzione di ciò che non vede e quando entra in pista si pianta
letteralmente sugli scollinamenti che limitano la visuale. Necessita per natura
di grande motore e di grandi freni, mentre trascura l'aspetto dell'agilità del
suo mezzo in funzione di solidità ciclistica, sopratutto sull'avantreno. Il suo
punto di forza nella guida al limite, ma solo quando si sente in forma (in
genere rimane soggetto a stati d'animo e le sue prestazioni sono legate
all'umore) generalmente è limitato alla staccata e successivo inseriento ne
quale a volte è piuttosto veloce ma tende a essere lento a centro curva dal momento
che la sua conduzione di svolta prevede l'attacco alla corda nella fase
iniziale, punterà dunque la corda ancora nella fase di frenata il che diventa
pericoloso se sbaglia i riferimenti (ai quali non è avezzo) e quando tira
dritto taglia tutto il nastro d'asfalto coinvolgendo così chiunque ivi transita
in quel momento.
5. L' Esterno (anche detto l' Ala) - Saverio
E'
quello che in curva ti passa sempre esterno e tu, per non farlo schiantare
contro la macchina che sopraggiunge in senso contrario, sei costretto a
cedergli il passo.Se si arriva su una curva a destra in
3 o 4, lui arriva da dietro e piegando ai limiti dell'inverosimile passa tutti
ponendosi nel centro della corsia opposta per poi stringere verso destra
tagliando inevitabilmente la strada agli altri.Poi arrivati ti prende in giro
raccontando il sorpasso esterno.Grande sensibilità di guida ma limite del
pericolo altamente spostato.
6. Lo Smaliziato - Franco
Egli copre quel 10 per cento non annoverabile tra gli
Smanettoni Stradali di Marco. Lo Smaliziato ha il suo territorio, di cui
conosce ogni microfessura dell'asfalto, della cui matrice ghiaiosa
possiede anche la curva granulometrica ricavata in un laboratorio di
geologia. Egli percorre migliaia di chilometri sulle curve di due o tre
percorsi, che durante l'inverno ripassa prima di coricarsi, con l'aiuto
di introvabili fotografie aeree, carpite biecamente all'aeronautica
militare, sulle quali ha tracciato con l'AutoCAD e l'aiuto di un
provetto disegnatore la traiettoria perfetta. Sì, la traiettoria
perfetta: il Sacro Graal dello Smaliziato! Quella linea invisibile (ma
neanche tanto, viste le virgole nere che lascia sull'asfalto) che
percorre con la precisione di un distanziometro ad onde
elettromagnetiche. E se la sbaglia di un micron? Una tragedia! Litigio
infernale con la fidanzata, rea di averlo distolto dalla meticolosa
preparazione dell'agognata uscita motociclistica del sabato, avendogli
sussurrato un timido "Ti amo" davanti alla videocassetta di "Le
parole
che non ti ho detto" mentre lui era avulso nei suoi dubbi esistenziali
("Se tiro l'Ohlins di un clik in estensione domani dovrei essere a
posto
sul curvone corrugato.."). Lo Smaliziato è un tecnico: schiuma
bava
verde all'angolo della bocca, mentre nelle sue arterie la pressione sale
a 4 bar, se l'incauto Nervosetto Oscillante di turno gli dice
distrattamente "Hei, sai che ho rimosso l'accensione elettrica della mia
CBR...". Accensione elettrica!!??!? Il Nervosetto Oscillante è
fortunato: lo Smaliziato è superiore a queste idiozie. Lo Smaliziato non
saluta, lo guarda fisso negli occhi, si gira e si allontana inserendo
tutte le marce a 3000 giri. L'Oscillante capisce al volo di aver detto
una troiata. Ma anche questa è una sua caratteristica. Lo Smaliziato è
un amante della compagnia, ma di soli altri Smaliziati, eventualmente di
qualche Apprendista Stregone, da iniziare alla pratica, dopo lungo
periodo di celata osservazione. Accetta volentieri anche il Fluido, con
il quale ingaggia sfide epiche, condite da gran tempi, sempre
estrememente corrette, da ambo le parti. Lo Smaliziato non tollera il
brecciolino, contro il quale è munito di scopetta, saggiamente nascosta
a metà del percorso ed odiaaaaaa profondamente i camionisti, che
spargono nafta a destra e manca, fragandosene di avere intaccato in
pochi minuti di spargimento la stabilità emotiva del Nostro, che alla
vista della incancellabile striscia nera e viscida (durante la
ricognizione, perché non è un idiota Stradale) si lascia prendere dal
misticismo, nominando, ahimè, tutti i Santi (altra categoria di
motociclisti?), da S.Adolfo a S.Zenone in rigoroso ordine alfabetico.
Per concludere, lo Smanettone appartenente alla classe degli Smaliziati
è il più veloce, sicuro e determinato sul suo territorio, mentre è
remissivo, ma solo perché veramente conscio della sua forza, sui
tracciati che affronta per la prima volta (altrimenti sarebbe uno
Smanettone della classe degli Stradali). Spesso egli frequenta le piste.
E qui si dovrebbe introdurre una nuova suddivisione: Smanettone
Smaliziato Domenicale, non particolarmente abile sui tracciati chiusi, e
Smanettone Smaliziato Pistaiolo D.O.C, ultimo gradino verso la
perfezione appannaggio dei piloti professionisti (ufficiali, non Niggi
Schmassman...).
7.
I Cerebropatici - Franco
Visti
dall'esterno, se non aprono bocca, potrebbero essere inseriti nelle
altre categorie, escludendo quella dell'Esterno, ma nelle... pieghe del
loro animo si cela uno spirito dotato di apparato telemetrico e sistemi
informatici avanzatissimi, in grado di elaborare all'istante la mole di
dati provenienti dai sensori di cui credono di disporre nelle varie
parti del loro corpo: nelle mani, per sentire il grip della ruota
anteriore, nelle braccia, per valutare il momento (in Newton per metro)
applicato all'avantreno in ingresso, corda ed uscita di curva. Sulle
natiche destra e sinistra per controllare istantaneamente le
deformazioni della spalla del loro radiale con cintura in acciaio a zero
gradi (che magari hanno solo davanti, ma se ne sono convinti...), sulla
punta dei piedi, per applicare la corretta pressione sulla parte più
esterna della pedana, sull'interno coscia, utile nelle pieghe estreme,
sulla seconda falange dell'indice, per analizzare le vibrazioni
provenienti dal doppio disco ed eventuali perdite di registro della
frizione. Il Cerebropatico non sempre è dotato di approfondite
conoscenze ingegneristiche, ma si impegna comunque assiduamente nello
studio della dinamica e cinematica della moto, anche con buoni
risultati. Quando arriva in curva calcola l'andamento temporale delle
forze applicate alle leve dei freni, alle pedane ed al manubrio in
funzione della velocità d'ingresso, dello stato del manto stradale (di
cui ricava i coefficienti di attrito statico e dinamico nel senso della
rotazione del pneumatico ed in direzione trasversale, in funzione della
mescola e della rigidezza della gomma anteriore), del rapporto inserito,
della distribuzione dei pesi, dell'altezza del baricentro e della
geometria di sterzo. I più raffinati prevedono un calcolo del momento
giroscopico necessario per l'impostazione della curva, da elaborare
successivamente a casa, d'aiuto nella scelta dell'altezza della gomma
anteriore, fra le tre disponibili (/60, /65 e /70). Il successivo
rilascio dei freni libera la memoria cache della sua CPU per
l'elaborazione del momento d'inerzia relativo a tutte le masse rotanti:
ruota posteriore, anteriore ed effetto-volano del motore. Il
Cerebropatico sottoclasse Leso Perenne per ogni singola ruota distingue
i contributi di pneumatico, cerchio e dischi, per aiutalo nel futuro,
eventuale acquisto dei cerchi in magnesio e dei dischi in carbonio: il
C.L.P. vive infatti in una dimensione parallela ed i suoi neuroni ormai
dialogano solo tra loro. Per inciso, a questi ultimi il C.L.P. ha dato
nomi quali Witteven, Burgess, Tamburini... . Ma siamo ormai alla corda,
dove il Cerebropatico si rilassa, dovendo fare solo delle semplici
analisi dei moti oscillatori, di beccheggio e rollio generati dalla
forza centrifuga, dalla forza peso e da forze perturbatrici esterne, che
vanno a gravare le sospensioni, delle quali egli ha in testa tutti i
grafici degli smorzamenti viscosi delle idrauliche per l'estensione e la
compressione, nonché le costanti elastiche ed i precarichi. Prima di
dare gas in uscita analizza ancora il rapporto inserito, il regime di
giri, l'angolo si piega, le condizioni di grip (importante la
temperatura dell'asfalto), la mappatura dell'accensione, il grado di
rotazione della manopola del gas, lo schiacciamento della sospensione
posteriore, il sag dinamico dell'avantreno, l'offset delle piastre di
sterzo, l'inclinazione del cannotto, le corrugazioni dell'asfalto, la
massa complessiva di moscerini ipotizzati uniformemente distribuiti sul
cupolino, la velocità del vento in tempo reale mediante collegamento
diretto con l'anemometro del più vicino aeroporto, la fluidodinamica del
4 in 1 Yoshimura, l'incidenza delle linee del campo geomagnetico
terrestre rispetto alla pinna che porta sul casco, l'oroscopo del giorno
per le gomme del segno zodiacale dei Pilot Race, il numero di ottano
research della benzina Agip del distributore sotto casa, la pressione
dei pneumatici con scarto quadratico medio di 3 millibar, le
microfusioni del carter e, per finire, la lista della spesa (per non
dimenticare nulla). Ormai è sera, il Cerebropatico anche oggi ha
concluso una curva e già trepidante per l'indomani, quando dovrà
affrontare una esse, preparandosi a tavolino fino a tarda notte, pensa:
"Ce la farò?".
8. L'INCONSAPEVOLE (?) MODESTO - Roberto
Quest'uomo
è una delle specie peggiori viste sui passi dell'Appennino (e purtroppo
veramente e tuttora esistito).egli guida una sportiva della
penultima generazione, il suo stile e sempre dritto con il corpo, piantato nel
centro della sella, fissato forse dall'Attack fuoriuscito dal tubetto che tiene
sotto la sella. Il suo stile e semplicemente inguardabile fatto di traiettorie
degne di un Biemmuvista da 5 milioni di kilometri, moto all'interno della curva
e corpo dall'altra parte in una via di mezzo tra Nirick Abe e Alex Puzar (dal
quale saltuariamente si ispira mettendo fuori il piedino all'interno della
curva). Suscita la rabbia all'interno del branco quando regolarmente ci aspetta
con la sigaretta quasi finita al baretto meta del pranzo di mezza smanettata
(noi sappiamo però da fonte certe che usa portare seco un mozzicone di
sigaretta che usa accendersi di corsa per dimostrare che è arrivato già da un
pezzo). Al debriefing prima dell'aperitivo mentre si discute dell'erratezza
della taratura delle sospensioni, della percentuale di umidità che ha mandato a
pallino la carburazione e di tutti quegli argomenti squisitamente tecnici ed
inconfutabili, L'INCONSAPEVOLE (?) MODESTO resta silenzioso con lo sguardo di
un bambino celebroleso che ascolta Margherita Hack, ed alla
domanda/affermazione rivoltagli schiumando dalla bocca "bravo, ma come fai
ad andare così forte ?" egli non sa rispondere e sommessamente arrossisce,
sembrando scusarsi.Generalmente l'individuo è benvoluto dal branco fino a che
non si viene a sapere che la sua cibierre esternamente standard e senza scarico
da 200 decibel dispone in ordine sparso di:
1.kit molle e pompanti Ohlins per la forcella preparate da Burgess in persona
2.ammortizzatore Ohlins (senza adesivi o marchi in evidenza)
3.kit filtro aria e carburatori
4.preparazione motore eseguita da Rumi
5.egli in passato è stato campione interregionale di cross, enduro,
supermotard,trial, speedway, grass-track, motoslitte, sidecar cross e downhill.
9. Il Pollo – Marco
Non è
necessariamente da relegare in ambito motociclistico perchè si trova facilmente
in tutti gli ambiti sportivi e non. Lo si descrive qui con un pò di cattiveria,
ma è corretto ricordare che siamo partiti imbranati tutti...proprio tutti. Il
pollo vero tuttavia resta pollo sempre. Per definizione la
sua moto è bella, sempre perfettamente pulita, esattamente quanto le spalle
delle sue gomme. Ha il culto della precisione soffrendo terribilmente
perfino dei moscerini stampati sul cupolino. Vive drammi esistenziali collegati
all'uso del lubrificante catena il quale pur conservando la trasmissione
in ottime condizioni imbratta il cerchio posteriore inquinando il suo desiderio
di perfezione (i più nobili esponenti di questo "stile" tuttavia
preferiscono e non si sa perchè, il sacrificio della finale piuttosto che il
cerchio sporco). A volte ostenta con orgoglio una quantità di aftermarket
fantastica: sospensioni da urlo, cerchi in magnesio, strumentazioni da sogno ed
in tal modo fa bollire di rabbia i malcapitati che chiedendogli il risultato di
tali modifiche si sentono rispondere in modo tremendamente stupido, cioè
manifestando una totale ignoranza tecnica (sinceramente è la cosa che lo
fa odiare di più ed alcune volte è stato persino oggetto di tentata rapina da
parte dello smanettone squattrinato che evidentemente bolle di rabbia a vedere
tutto quel ben di Dio sprecato ignobilmente). La sua guida è evidentemente
turistica e si concretizza in una marcia costante a dispetto della
condizioni del traffico, dell'asfalto, del tracciato e del tempo. Non possiede
alcuna cognizione delle possibilità del suo mezzo e nemmeno del percorso che
attraversa, magari correndo gravi rischi in alcune condizioni che
consiglierebbero moderazione, mentre non osa accennare un andatura più
sostenuta di fronte ai percorsi DOC. In sella non accenna mai al
bencheminimo spostamento del corpo e in questo si dissocia dal "nervosetto
oscilante" il quale invece tenta "l'approccio dinamico" pur con
scarsi risultati. Quando è in comapgnia chiude immancabilmete il gruppo
restando poi sordo alle imprecazioni degli apripista quando lo vedono arrivare
con l'immancabile quarto d'ora di ritardo. Per quello che riguarda la sua
condotta di vita extramotociclistica, non si sbaglia mai, è
"l'impiegato", pubblico preferibilmente, ma non necessariamente, può
anche essere un piccolo politicante di corrente moderata, o semplicemente il
figlio universitario di qualche primario, dentista o industriale.
10. NMTT – Non è mai troppo tardi – Patrizio
Ultimo arrivato, ultracinquantenne (diciamo del '46) , novizio
autodidatta, entusiasta e totale incosciente Chi del resto con un po' di sale
in zucca si metterebbe a discutere per la prima volta con una mandria di
cavalli sproporzionata all'eta e alla competenza, avendo come arma due
ruote sole?
Il mezzo utilizzato non e recentissimo, anzi e alquanto datato essendo figlio
di desideri (e ricordi) di gioventu. Quindi a complicare la vita del nostro, ci
si mettono anche un motore un po' scorbutico, freni alla "viva il
parroco", gomme strette, forcella ed ammortizzatori rigidi, nessun
"click" e impianto elettrico dotato di autonomia decisionale (es.
oggi il tempo e bello, ma e umido: non mi va di "scintillare" e poi,
comunque, siccome stasera ritorni presto a che ti serve il faro?)
Lo stile ?
Non uno preciso, ma una miscela in continuo rimescolamento: un
po' di curve con ginocchio fuori, altre tirando giu il manubrio, altre
caricando la pedana interna, altre (le rampe di raccordo) avanzando un bel po'
dal lato interno.
Le Pieghe ?
Ma quali pieghe; al massimo UNA pieghetta ogni tanto, da ricordare una per una.
Come quella volta che per benevolenza di attenti santi protettori, infilo una S
(cittadina) ben inclinato a destra e poi a sinistra, col ginocchio al posto
giusto (aderente al serbatoio e ben avanzato dal lato interno) con la marcia
giusta, col bicilindrico bene in tiro, sfilando in uscita, con atteggiamento
falsamente disinvolto, davanti ad un gruppone di ultrasportive ultimo strillo
schierate e pronte alla partenza per l'uscita domenicale (ferme cioe!).
E' pronto a tutto per le pieghe pero (anche a passare la carta abrasiva sulla
spalla della gomma posteriore, per dargli un "senso" di
"consumato").
Le cadute?
Tace vergognosamente di quando e caduto con la moto mentre la metteva sul
cavalletto in una via in discesa; racconta a denti stetti e solo se messo
all'angolo, di quando e caduto a causa un laccio delle scarpe impigliato
nel comando della frizione idraulica mentre, in fila nel traffico, si stava
fermando.
Parla volentieri esibendo, alla stregua di ferite di guerra, i segni della
CADUTA per una frenata da panico (a posteriori ingiustificato; ma
altrimenti che "panico" sarebbe stato?), dilungandosi in particolari
su
quanto era veloce quando e caduto, su quanto era duro l'asfalto, su quanto
era vicino il guard-rail, su quanto e stata benovola con lui la sorte
ecc.ecc..
Il divertimento?
Tanto e sempre, anche con cravatta e biancheria intima indecorosamente
inzuppate da una pioggia, annunciata dal meteo, ma sdegnosamente snobbata (perche
il nostro in moto ci va anche quotidianamente in ufficio).
Divertendosi sempre come un matto, come quella volta che in uscita da una
pieghetta, marcia giusta e motore in tiro, il bicilindrico propose alla moto
un'accenno di derapata, proposta timorosamente accettata dal polso
destro, di solito velocissimo in chiusura!.
E che dire poi di quella volta che ad un semaforo, per aver fatto una partenza
"sprintosa", scateno le ire di un terribile Monster
fino al punto da costringerlo, dopo un centinaio di metri, a passare in
impennata il vecchio cancello del nostro? (che bel casino di bicilindrici,
pero!)
E quella volta che "aprendo" per bene in una via stretta, fece
partire di fila tutti gli antifurto delle macchine li parcheggiate?
Gli e bastato pochissimo per avere la moto nella testa e nel cuore e anche
quando va in macchina e sempre in moto: le cerca con lo sguardo per vederle
arrivare e si sposta abbassando il finestrino per sentire il rombo del loro
motore; anche in macchina cerca di sentire l'appoggio delle gomme in curva e le
sospensioni lavorare; prima o poi cerchera di risalire una fila, con la
macchina e incastrera la sua Ford tra due altre macchine!.
Vita di gruppo?
E' duro da trovare un gruppo adatto; servirebbe gente paziente, votata al
"buon samaritanesimo", nessuno che si metta a ridergli appresso,
gente che
lo comprenda senza compatirlo, altro che "chirurgici",
"disinvolti" ecc? ;
magari un gruppo di "ciclisti" ? chissa!
Desideri?
Tanti.
Bicilindrici, gomma da almeno 160, due in uno, semimanubri, chiodo un po'
kitch, strade aperte, buon asfalto, niente pioggia, niente scooter, niente
Smart, ne automobiliste in carriera pronte a cancellarti dalla faccia della
terra se, pelo pelo, provi a passarle con un po' di disinvoltura.
E poi, un piccolo ed attrezzato box in cui "vezzeggiare e curare"
l'amata.
E poi, scollinare dolcemente verso il mare, su una strada aperta di buon
asfalto e con tante dolcissime curve.
Domanda esistenziale del nostro: Perche vado in moto?
Risposte esistenziali del nostro:
Perche la moto e una sfida continua ed io cosi la vivo.Perche e
difficile e pericolosa, perche quasi tutti ne hanno paura; anch'io ne ho paura,
ma non ho nessuna voglia di sottrarmici, anzi! Perche la moto e agile e
dinamica, perche domina lo spazio con disinvoltura potenza ed arroganza. Perche la moto sulla strada ti da una dimensione
unicamente tua, che gli altri non hanno ne la capacita ne la possibilita di
condividere. Perche essere motociclista mi fa sentire di appartenere ad una
razza speciale. Perche la moto mi rende diverso dagli altri, perche mi aiuta ad
uscire da una mediocrita di omologazione in cui affoga la mia routine
quotidiana.
Perche la moto e capace di cancellare d'incanto i miei anni e quando insieme
allunghiamo il passo, non mi frega piu niente ne di quanti sono ne di quanti
saranno.
Risposta finale: Perche la moto mi fa vivere
11. L’eterno frustrato - Iuza
Lo stile
dell'eterno indeciso è lo stile di chi come me arriva, pensa di fare tutto
perfettamente, allarga la traiettoria, scala la marcia tenendo i giri del
motore ben alti per garantirsi un uscita degna del miglior
centauro...............ecco tutto pronto l'adrenalina sale alta, la curva
sembra dirgli solo una cosa "buttala giù quella moto, fagli vedere chi
sei" la linea di mezzadria sembra essere il cordolo di una pista,
l'asfalto bello ruvido non vede l'ora di assaggiare la spalletta della sua
gomma la vuole sentire ma poi..............ecco o si finisce nella corsia
opposta oppure si finisce per fare la curva vedendo delle biciclette che ti
superano all'esterno facendo striciare la forcella, ogni curva poteva essere
affrontata più velocemente e nel rettilineo successivo nella mente del povero
motociclista frustrato viene ripercorso il misfatto, facendo venire delle fitte
mostruose alle tempie consapevole che non era una curva degna di essere percorsa
alla velocità di una lumaca con una pubalgia cronica. Il poveretto pensa "magari
faccio inversione e la rifaccio sicuramente è stato un momento no, magari la
moto non aveva voglia di scendere in piega feroce in quel momento" e
invece no, è una questione di testa, molto malata, e così il povero
centauro fa diventare la visiera appannata anche se la sua prevede il sistema
anti fog. Le pulsazioni salgono, gli occhi si insanguinano velocemente, quando
qualcuno lo supera facendo quella curva facendo strisciare l'inguine magari
salutando i passanti con ampi gesti del braccio il povero motociclista sente il
peso della sua inferiorità, ma non si scoraggia, sa che la prossima sarà una
piega che vorrebbe filmare anche la National Geographic, e così si
ricomincia daccapo, gran gas staccata perfeta marcia giusta, busto in avanti
culo leggermente in fuori gomma caldissima e asfalto che ricomincia a parlare,
il guard rail all'esterno sembra fare l'aola ecco........tutto
pronto..........ci siamo questa è la volta buona............non c'è niente che
manchi, solo un fulmine abbattutosi sul cupolino può turbare la mente del
concentratissimo centauro..........scende dolcemente sembra essere perfetta
questa volta, il ginocchio attende solo una cosa lo strofinio...............la
curva è finita, ma niente............. o almeno sembra così...........rallenta
quasi fino a fermarsi, sembrava essere tutto perfetto, si volta e vede la curva
che lo insulta guarda la saponetta ma vede solo i segni della grattuggiatrice
fatti in casa per non sfigurare davanti agli altri fermi al passo che lo
aspettano dal giorno prima e si chiede perchè........quante domande passano nel
suo cervello e si dice che se fosse veloce come i suoi neuroni Colin Edwards
sfigurerebbe. E' ora di tornare a casa, la notte si avvicina, e così passa
un'altra giornata di pieghe mancate e di delusioni feroci che lo
attanaglieranno per tutta la notte, il ginocchio a terra un' utopia per lui. Forse
solo questione di tempo, forse solo questione di testa, forse solo questione
che sono un broccolo, chissà solo il tempo lo potrà dire.
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Attenzione, lo vediamo subito se non siete motocilisti, scrivete solo se lo
siete.
Noi non parliamo con chi non è motocilista.